Attività
 
  1. Consulenza in tecnica degli scambi internazionali
  2. Organizzazione aziendale
  3. Consulenza integrata import-export
  4. Formazione
  5. Editoria
 
 
a) Consulenza in tecnica degli scambi internazionali

Consulenza doganale:

  • Il sistema ECS.
  • La bolletta doganale: lettura e compilazione del DAU.
  • Regimi doganali.
  • Presentazione di istanze per regimi speciali.
  • Perfezionamento passivo per lavorazioni conto terzi in paesi extra CE.
  • Depositi: deposito doganale, deposito IVA.
  • Imposizione daziaria: Tariffa Doganale Comune - TDC.
  • Problematiche relative a dazi Antidumping.
  • Harmonized system / nomenclature combinate / TARIC.
  • Presentazione di Informazioni Tariffarie Vincolanti – ITV.
  • Origine delle merci: origine non preferenziale, origine preferenziale, certificati d’origine non preferenziale, certificati d’origine preferenziale, dichiarazioni in fattura, status di esportatore autorizzato per le dichiarazioni d’origine in fattura oltre i 6000 euro, dichiarazioni del fornitore, registrazione REX, Informazioni Vincolanti sull’Origine – IVO, etichettatura “Made in”, accodo Paneuromediterraneo.
  • Certificati EUR 1, ATR, EUR-MED.
  • Problematiche Dual Use, CITES, beni culturali.
  • Certificati: sanitari; fitosanitari; Halal; Gost; ecc.
  • Autorizzazione doganale AEO.
  • Procedure semplificate.
  • Convenzione TIR e Convenzione ATA.
  • Tutela doganale della Proprietà Industriale.
  • Codice EORI.
  • Certificati EAC, COC, SASO, etc.

Iva negli scambi Intra-Ue ed Extra-Ue

  • Non imponibilità nelle esportazioni di beni.
  • Prova uscita merci nelle esportazioni.
  • Non imponibilità nelle cessioni intracomunitarie di beni.
  • Prova uscita merci nelle cessioni intracomunitarie.
  • Iva intra-UE: Quick fixes 2020.
  • Novità Iva intra-UE 2022.
  • Non imponibilità art.71, Dpr 633/72 - San Marino e Città del Vaticano.
  • Non imponibilità art.72, Dpr 633/72 - Cessioni di beni e prestazioni di servizi a: sedi diplomatiche e consolari; comandi militari di stati membri e quartieri generali militari NATO; etc.
  • Fatturazione acconti UE ed extra-UE.
  • Cessioni ed esportazioni a titolo gratuito.
  • Triangolazioni: Comunitarie, Interne, extra-Ue.
  • La fatturazione dei servizi internazionali: servizi generici e servizi specifici.
  • La fatturazione del trasporto internazionale e ri-addebito del trasporto come spesa accessoria.
  • Call off stock e consignment-stock.
  • Le vendite sul web e i relativi aspetti Iva con riferimento a: commercio elettronico diretto e commercio elettronico indiretto, vendite per corrispondenza o a distanza, MOSS.
  • Rappresentante fiscale e identificazione diretta.
  • L'Iva nelle importazioni.
  • L'esportatore abituale.
  • I depositi Iva.
  • Le sanzioni Iva all'import e all'export.
  • La territorialità negli acquisti Ue ed extra-Ue.

Pagamenti internazionali:

  • Assegni di paesi esteri: casi di “stop payment” per i titoli non autonomi.
  • Crediti documentari: non confermati, confermati, con designazione, senza designazione, trasferibili, revolving credit, red clause credit, Stand-by letter of credit.
  • Bank Payment Obligation - BPO.
  • Cash On Delivery – COD.
  • Cash Against Documents – CAD.
  • Verifica della coerenza procedurale del pagamento e degli altri aspetti tecnici riguardanti l’operazione (aspetti doganali, termine di resa della merce, modalità di trasporto).

Trasporti internazionali:

  • Incoterms 2020 (in vigore dal 1 gennaio 2020) e Trade definitions in uso in America settentrionale.
  • Contratto di trasporto, sub-trasporto e contratto di spedizione.
  • Limiti vettoriali al risarcimento in base alla tipologia di trasporto.
  • Convenzioni internazionali sui trasporti: Convention Marchandises Routieres (su ruota); Convention International Marchandise (via ferrovia) ; Bruxelles (via mare); Aja-Visby (via mare); Amburgo (via mare); Convenzione di Varsavia (via aerea).
  • Tipologia e compilazione dei documenti di trasporto: CMR, CIM, MAWB, HAWB, Bill of lading, Sea waybill, FCR.
  • Termini della logistica: FCL, LCL.
  • Condizioni di nolo: PAL, FIO; FAS; FI; FO; LO; LI.
  • Costi addizionali del nolo: BAF; WR; EIS, CAF.
  • Normativa CEMT sul trasporto internazionale.
  • Licenza Comunitaria.
  • Cabotaggio.
  • Attestato del conducente.
  • Legge 298/74, D.Lgs 286/2005 e filiera dei soggetti responsabili nel trasporto.
  • Responsabilità del vettore, del mittente, del caricatore e del proprietario delle merci.
  • Normativa sul corretto fissaggio del carico.
  • Convenzione SOLAS e peso verificato dei container nel trasporto internazionale su nave (VGM).

Le attività sopra riportate sono state svolte in aziende appartenenti a svariati settori, tra i quali:

  • Stampaggio plastica
  • Metalmeccanica / Meccanica di precisione
  • Torrefazione caffè
  • Food / Agroalimentare / Alcolici / vitivinicolo
  • Arredamento / Contract
  • Illuminazione
  • Settore petrolifero
  • Automotive
  • Abbigliamento
  • Abbigliamento sportivo
  • Tessuti
  • Calzaturiero
  • Prodotti di pelletteria
  • Accessori per l’abbigliamento
  • Produzione macchinari
  • Infrastrutture (dighe, paratie mobili, sistemi meccanici, etc.)
  • Prodotti per l'edilizia
  • Giocattoli
  • Trasporti e spedizioni internazionali
  • Operatori della logistica
  • Case di spedizione / doganalisti
  • Import – export materie prime (legname, petrolio, acciaio, etc.)
  • Apparecchiature mediche
  • Settore farmaceutico
  • Forniture a bordo di navi
  • Importazione beni ed erogazione servizi per basi militari Nato
 
 
b) Organizzazione aziendale
  • Organizzazione e procedure interne degli uffici estero.
  • Check-up aziendale per l’ufficio estero.
  • Verifica competenze del personale aziendale addetto agli scambi con paesi esteri.
  • Verifica applicazione delle normative di riferimento.
  • Verifica delle procedure aziendali applicate.
  • Valutazione per eventuali modifiche procedurali e stesura di nuove procedure.
  • Check-up aziendale per gestione sistemi qualità Iso 9001:2015, in particolar modo con riferimento alle problematiche legate alle vendite / acquisti di prodotti nei mercati esteri.
  • Analisi rischi delle aziende che operano nel settore impot-export secondo TAXUD e Iso 9001:2015.
  • Creazione di procedure ad hoc.
  • Implementazione di sistemi di controllo dei processi.

 

c) Consulenza integrata import-export

  • Prima fase: formazione su contrattualistica internazionale, pagamenti e trasporti internazionali, adempimenti fiscali e doganali.
  • Seconda fase: check-up approfondito sulla prassi aziendale riguardante gli scambi con l’estero.
  • Terza fase: stesura di procedure estero ad hoc per l’azienda.
  • Quarta fase: consulenza continuativa finalizzata a mantenere il sistema implementato aggiornato e far fronte ad eventuali imprevisti.
  • La metodologia di erogazione attività non deve prevedere tanto la discussione sulla quantità di ore di consulenza da erogare, ma piuttosto sull’analisi di obiettivi da raggiungere. Quindi è preferibile predisporre per  l’azienda cliente un piano di intervento completo, riferito al tipo di attività che si ritiene utile fare in base alla tipologia dell’azienda, al tipo di struttura, al settore, al prodotto, alla suo business in mercati internazionali. Sarà poi il cliente a decidere se procedere in base al piano consigliato, oppure optare per singole parti in base alle proprie necessità. La normativa import-export è diventata molto più complessa negli ultimi 15 anni a causa di diverse modifiche legislative in ambito doganale, fiscale, contrattuale, sui trasporti. Questo ha portato le autorità ad avere un grado di controllo sempre più puntuale e di conseguenza un margine di errore sempre minore per gli operatori. Oggi per un’azienda che opera nei mercati esteri non è più possibile procedere per tentativi e improvvisare. Inoltre sempre più, da clienti stranieri (soprattutto se strutturati), viene richiesto al fornitore un alto grado di affidabilità.
  • Prima fase - Formazione. Verificare, attraverso un intervento formativo completo (l’azienda non vuole problemi, poco importa se la sanzione viene erogata dall’Agenzia delle Dogane, delle Entrate o da una pattuglia della polizia stradale), che non ci siano lacune nelle competenze degli addetti aziendali. Bisogna assicurarsi che le competenze siano aggiornate e che tengano in considerazione anche eventuali cambi di normativa futuri già previsti. Formazione e verifica di competenze, aggiornamento e approfondimento sulle seguenti tematiche: contrattualistica internazionale, pagamenti internazionali, trasporti internazionali, Iva negli scambi internazionali, formalità doganali.
  • Seconda fase - Check-up. A questo punto, quando le competenze degli addetti sono tali da comprendere la vera natura delle problematiche (aspetto che porta anche ad un dialogo / confronto migliore con il consulente, ma anche con l’autorità doganale e fiscale), si procede con un check-up della funzione estero. Ovvero, un’analisi specifica delle prassi aziendali, dei limiti posti dal settore di appartenenza, dallo specifico prodotto, dai clienti, dai fornitori, etc. Check-up e verifiche approfondite riguardanti: a) Operatività estero interna adottata al momento dall’azienda (indipendentemente che tale operatività derivi da procedure scritte o da normale prassi interna non scritta). b) Limiti operativi nelle vendite / acquisti estero dovuti a richieste di clienti / fornitori o a particolarità del settore di appartenenza. L’azienda deve applicare le normative relative all’import-export per limitare delle possibili contestazioni dell’autorità (Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, etc.), ma deve contemporaneamente considerare le proprie necessità commerciali, ove compatibili. c) Valutazione per implementazione di istanze / autorizzazioni doganali, volte a semplificare l’operatività, massimizzare la redditività, velocizzare le procedure.
  • Terza fase - Stesura procedure. Serve predisporre delle procedure estero specifiche per gestire l’enorme quantità di variabili, che naturalmente non possono essere affrontate all’ultimo momento. Questo rende tutta l’organizzazione aziendale più sicura da un punto di vista della gestione del rischio estero, più prevedibile da un punto di vista operativo e soprattutto più indipendente dal continuo bisogno di dover contattare soggetti esterni per chiedere chiarimenti / informazioni. Inoltre porta ad un vantaggio commerciale che deriva dal miglioramento di immagine / affidabilità percepita dalle controparti commerciali. È anche possibile ottenere un riconoscimento ufficiale da parte delle autorità riguardante tali elevati standard di affidabilità. Stesura procedure estero: a) Verifica dell’eventuale sistema Iso 9001 dell’azienda per le parti che coinvolgono le vendite / acquisti estero (procedure vendite, procedure approvvigionamento, procedure validazione fornitori, procedure sicurezza accessi, organigramma, mansionario, principalmente) finalizzata a: evitare la duplicazione di procedure interne; evitare che le procedure già presenti nel sistema Iso 9001 dell’azienda non prendano in considerazione aspetti critici delle vendite / acquisti estero; evitare che le procedure decise e concordate con l’azienda non vengano applicate, oppure applicate parzialmente a causa di una mancanza di coerenza con l’organigramma e il mansionario previsto dall’azienda; qualora l’azienda non sia certificata Iso 9001 bisognerà stabilire almeno degli elementi di base organizzativi quali: organigramma, mansionario e procedure di base. b) Stesura / modifica delle procedure estero. La stesura delle procedure interne aziendali deve essere fatta ad hoc per l’azienda, in quanto dovrà considerare: risorse umane dell’azienda; tipologia di operazioni (cessioni intra-Ue, esportazioni, acquisti intra-Ue, importazioni, paesi di esportazione non preferenziale, paesi di esportazione preferenziale), dimensioni aziendali, previsioni future di target di mercato estero, tipologia di prodotto, modalità principale di trasporto internazionale (nave, camion, aereo, a temperatura controllata, ADR), etc. Inoltre si dovrà decidere se applicare delle procedure estero, già in questa fase, più rigide e articolate in previsione di una futura richiesta da parte dell’azienda di un’autorizzazione AEO.
  • Quarta fase - Consulenza continuativa. Il commercio estero cambia in continuazione. Quindi diventa utile un rapporto di consulenza continuativa volto ad essere informati in tempo dei cambiamenti normativi in divenire, di conseguenza a mantenere il sistema implementato e le competenze sempre aggiornati. Poi nel caso di operazioni o imprevisti particolari, serve per avere un appoggio esterno volto a risolvere alcune questioni in tempi rapidi.

 

d) Formazione aziendale
  • Di seguito riportiamo un esempio di pianificazione degli argomenti con riferimento ad un’attività di formazione.
  • Resta comunque possibile, in base alle necessità dell’azienda cliente, organizzare dei moduli su alcune problematiche specifiche legate agli scambi internazionali, da trattare con il massimo livello di approfondimento. A titolo di esempio: non tutta la normativa relativa all’Iva negli scambi con l’estero, ma solamente il deposito Iva; oppure non le formalità doganali nel loro complesso, ma solamente l’origine doganale preferenziale.

I Programmi dei corsi

  • 1) L’organizzazione dell’ufficio estero
  • 2) Contrattualistica internazionale
  • 3) I pagamenti internazionali
  • 4) Il trasporto internazionale
  • 5) Iva, non imponibilità e triangolazioni
  • 6) Le formalità doganali
  • 7) La bolletta doganale e il sistema ECS
  • 8) L’accertamento doganale
  • 9) L’origine delle merci
  • 10) Lo status di esportatore autorizzato
  • 11) Il valore in dogana
  • 12) Il DUAL USE, CITES e Beni culturali
  • 13) Le sanzioni
  • 14) L'autorizzazione AEO
  • 15) Perfezionamento attivo e passivo
  • 16) I depositi Iva
  • 17) Falstaff e la tutela della proprietà industriale.

 

1) L'organizzazione dell'ufficio estero

Perché? Nelle aziende che operano con i mercati esteri, il principale problema da risolvere è, nella maggior parte dei casi, di tipo organizzativo. Ovvero, coordinare le esigenze prettamente commerciali con gli aspetti normativi e operativi riguardanti le operazioni doganali, la fiscalità Iva, il trasporto internazionale, il pagamento internazionale, il gestionale aziendale, le risorse umane ed economiche interne disponibili, solo per citarne alcuni. Spesso il problema nasce non da gravi errori nelle singole fasi del processo, ma nella coerenza generale dell’operazione.

  • Quali sono le problematiche più comuni in un’azienda esportatrice.
  • I problemi organizzativi tra funzione commerciale e amministrativa dell’azienda.
  • Relazione e coordinamento tra i professionisti: il commercialista, il consulente, l’avvocato, ecc.
  • Il coordinamento di: aspetti commerciali, trasporto internazionale, dogana e pagamento internazionale.
  • I rapporti con: Dogana, casa di spedizioni, vettore internazionale.
  • La gestione della documentazione.
  • L’organizzazione della logistica: magazzino, presa in carico della merce e trasporto.
  • Il gestionale aziendale e l’impostazione dei documenti estero (fattura, DDT, ecc.).
  • L’operatività estero e i sistemi di organizzazione più diffusi a livello mondiale (Iso 9001).
  • L’aggiornamento aziendale: le competenze e le nuove normative.

 

2) Contrattualistica internazionale

Perché? Perché il primo aspetto da chiarire in una vendita estero è quali sono le regole / normative da seguire in un rapporto da due soggetti stabiliti in due paesi diversi (che hanno due ordinamenti diversi). Il secondo è il “chi fa che cosa”. In una vendita internazionale ci si trova di fronte a: predisposizione documenti (commerciali, doganali, trasporto, etc.), caricamento, incarico spedizione / trasporto, fissaggio carico, assicurazione merci, accettazione container, passaggio rischi su merce viaggiante, sdoganamento export e import, pagamento diritti di confine, VGM, passaggio della proprietà, etc. Se la ripartizione delle obbligazioni tra venditore e acquirente non è chiara, ne derivano inevitabilmente dei problemi dovuti al fatto che né venditore, né acquirente ritengono sia una propria obbligazione.

  • a) Alcune premesse sullo stato attuale della normativa riguardante le operazioni di import-export.
  • b) Il contratto internazionale di vendita di beni: Contratto ad hoc; Condizioni generali di vendita (e condizioni generali di acquisto); Contratto di vendita con offerta e conferma d’offerta; Accordo verbale; Differenze normative rispetto al contratto di vendita nazionale.                                 
  • c) Le principali fonti / caratteristiche della contrattualistica internazionale: Libertà delle parti; Lex mercatoria internazionale (nella quale rientrano gli Incoterms); Convenzione di Vienna del 1980; Legge applicabile (obbligazioni contrattuali ed extracontrattuali); Norme inderogabili; Foro competente e clausola arbitrale; Riconoscimento delle sentenze e del lodo arbitrale; Forma del contratto,  lingua del contratto, formazione del contratto e accettazione del contratto.
  • d) Incoterms: Cosa sono e a cosa servono (non sono una clausola di trasporto, ma una clausola di vendita e quindi contrattuale).
  • e) L’importanza di una scelta consapevole del termine di resa per tutelare l’azienda da rischi inutili.
  • f) Potere vincolante degli Incoterms: come vincolano e perché vincolano le parti.
  • g) Cosa disciplinano e cosa non disciplinano gli Incoterms.
  • h) Le ripercussioni degli Incoterms su: accordi contrattuali; aspetti commerciali; passaggio dei rischi sulla merce viaggiante da venditore a compratore; formalità doganali export e import; affidabilità doganale; trasporto e responsabilità nella filiera del trasporto; fiscalità indiretta Iva; pagamento della fornitura.
  • i) Analisi dei singoli termini di resa Incoterms 2020. EXW, FCA, FAS, FOB, CPT, CIP, CFR, CIF, DAP, DPU, DDP, secondo il seguente schema: come va scritto, modalità di trasporto con cui si può utilizzare, consegna e passaggio dei rischi, ripartizione dei costi, assicurazione, obbligazioni sdoganamento export e import.
  • j) Il passaggio della proprietà: un aspetto da gestire a parte rispetto al termine di resa.
  • k) La giurisprudenza italiana e il contenzioso sugli Incoterms.
  • l) Considerazioni sull’utilizzo degli Incoterms in caso di acquisti intacomunitari e importazioni.
  • m) Considerazioni sull’utilizzo degli incoterms in caso di vendite a privati e on-line.
  • n) Specifiche sull’organizzazione dell’ufficio estero.      

 

3) I pagamenti internazionali

Perché? Perché hanno ripercussioni sul sistema aziendale, contabile e finanziario. Non sempre è possibile avere un pagamento anticipato e quindi in alternativa è bene conoscere i meccanismi dei pagamenti contestuali internazionali e come tutelarsi in caso di pagamento posticipato. Non va sottovalutato il fatto che il pagamento internazionale è strettamente legato al termine di resa utilizzato dalle parti e alla tipologia di documento di trasporto.

  • a) Le variabili da considerare.
  • b) Assegni esteri, lock-box e procedura al dopo incasso.
  • c) Cambiale a pagherò internazionali.
  • d) Forme di pagamento specifiche per paese: LCR (Francia), IEF (spagna), Lastschriften (Germania, Austria), SEPA, etc.
  • e) Adempimenti valutari.
  • f) Il Cash on delivery – COD.
  • g) Il Cash against documents – CAD.
  • h) Il credito documentario: La normativa dei Crediti Documentarie Ucp 600; La prestazione della banca: credito per pagamento, per pagamento differito, per accettazione e per negoziazione; Le fasi: emissione, utilizzo, regolamento e modifiche; La forma: avvisato, designato e confermato; Le tipologie: transferable credit, revolving credit, back to back credit, red clause credit, green clause credit, stand-by letter of credit; Il BPO – Bank payment obligation; Le riserve: interne ed esterne; Le commissioni; Le codifiche MT 700.
  • i) Le garanzie a prima domanda: Advanced payment bond, payment guarantee, Bid bond, Performance bond.
  • j) Assicurazione crediti estero.
  • k) Smobilizzo crediti, factoring e forfaiting.

 

4) Il trasporto internazionale

Perché? Perché vendere nei mercati esteri significa innanzitutto movimentare merce con un trasporto che, diversamente dal commercio nazionale, è molto più lungo, con una durata superiore e spesso con un numero maggiore di soste tecniche. Quindi maggiore rischio di avarie, furti, oltre al fatto che segue regole diverse dal trasporto interno e conseguentemente, documenti diversi.

  • a) I soggetti: spedizioniere, vettore, sub-vettore.
  • b) I documenti di trasporto: lettere di vettura, polizze di carico, documenti di presa in carico / ricezione delle merci.
  • c) Le convenzioni sul trasporto internazionale relative alle varie tipologie di trasporto: trasporto su gomma, via mare, aereo, su rotaia: in particolar modo i limiti di risarcimento vettoriale e il calcolo del risarcimento in caso di danni alla merce viaggiante.
  • d) Approfondimento su CMR: cos’è e come si compila (aspetti principali). In particolar modo compilazione casella “mittente” e casella “riserve”.
  • e) Il trasporto internazionale: albo nazionale dei trasportatori, licenza comunitaria, CEMT e licenze bilaterali.
  • f) Il cabotaggio internazionale.
  • g) La responsabilità della filiera del trasporto: responsabilità di vettore, caricatore delle merci, proprietario delle merci e committente del trasporto.
  • h) Regole e responsabilità relative al fissaggio del carico (CENNI): responsabilità del vettore e del caricatore.
  • i) Convenzione SOLAS: cos’è, quando si applica, chi deve compilare il VGM e metodo di pesatura 1 e 2.
  • j) Trasporti speciali nel dettaglio: gestione trasporto a temperatura controllata, trasporto alimenti, trasporto medicinali, trasporto di opere d’arte, ADR, etc.
  • k) La gestione della movimentazione delle merci in entrata ed uscita dagli spazi aziendali ai fini della sicurezza AEO.
  • l) Sistemi sicurezza ISPS.
  • m) Certificati TAPA.

 

5) Iva, non imponibilità e triangolazioni

Perché? In realtà la normativa prevede che anche all’estero si debba vendere più Iva. Il meccanismo della “non imponibilità” è una sorta di sistema in deroga, applicabile solamente se vengono rispettati dei requisiti (diversi tra una cessione intra-Ue e una esportazione). È uno degli aspetti più sanzionati nelle vendite in paesi esteri.

  • a) I concetti: in campo Iva, non imponibile, esente, fuori campo Iva.
  • b) Problema della doppia imposizione internazionale.
  • c) Il ravvedimento operoso.
  • d) Fatturazione telematica per vendite in paesi esteri ed esterometro.
  • e) Non imponibilità nelle esportazioni: presupposti soggettivo, oggettivo e territoriale; N.I. art.8 lett.a), N.I. 8 lett.b); Fuori campo art. 7-bis.
  • f) La prova uscita merci nelle esportazioni.
  • g) Non imponibilità nelle cessioni intra-UE: presupposto soggettivo, oggettivo e territoriale; N.I. art.41.
  • h) La prova uscita merci nelle cessioni intra-UE.
  • i) Novità Iva intra-UE in vigore dal 1/1/2020 su presupposto soggettivo e territoriale (ovvero l’uscita merci intra-UE).
  • j) Novità fatturazione intra-UE dal 1/7/2022: il sistema MOSS e i soggetti passivi certificati CTP.
  • k) Fatturazione acconti su beni e servizi: intra-UE ed extra-UE.
  • l) Cessioni / esportazioni a titolo gratuito.
  • m) Triangolazioni Interne, Intra-UE, Extra-UE e novità su operazioni a catena intra-UE – 2020.
  • n) Fatturazione dei servizi internazionali: servizi generici, servizi specifici, riaddebito spese di trasporto (spesa accessoria).
  • o) Sanzioni Iva nelle cessioni intra-UE e nelle esportazioni: casi pratici e sentenze.
  • p) L’Iva nelle importazioni.
  • q) L’esportatore abituale: art.8 lett.c) e modifiche controlli 2021.
  • r)  La territorialità degli acquisti UE ed extra-UE.
  • s) Vendite a privati.
  • t) Vendite on-line via web.
  • u) Vendite in Art. 8-bis (cessioni a bordo di navi).
  • v) Non imponibilità art.71 (Vendite a San Marino e Città del Vaticano).
  • w) Non imponibilità art.72 (Vendite ad ambasciate, consolati, comandi militari, etc.).
  • x) Call off stock e consignment stock (magazzini conto vendita intra-UE).
  • y) I depositi doganali e i depositi Iva.

 

6) Le formalità doganali

Perché? Le formalità doganali sono decisamente uno degli aspetti più complessi di una vendita estero. Il controllo da parte dell’Agenzia delle Dogane arriva nella pratica odierna anche a fattispecie non immaginabili in passato: ci sono aziende che non importano beni, non esportano beni e non vendono e acquistano in paesi membri UE e che pure possono essere verificate per il semplice fatto che in mondo economico internazionalizzato, acquistano o vendono ad aziende italiane che a loro volta hanno rapporti con soggetti esteri. Per questo sono obbligati a rilasciare dichiarazioni a clienti, dichiarazioni che a posteriori potrebbero essere verificate. Inoltre si sottovaluta il fatto che in alcuni casi, la sanzione pecuniaria è l’ultimo dei problemi, perché ad essa potrebbero essere associati anche procedimenti penali  e sanzioni accessorie.                                                                                                            

  • a) Approfondimento su normativa doganale e gerarchia delle fonti.
  • b) Dove trovare le informazioni.
  • c) Principali modifiche nel nuovo CDU (Codice Doganale dell’Unione).
  • d) La rappresentanza doganale: doganalista e dichiarante; rappresentanza diretta e indiretta; le responsabilità dell’azienda, le procedure domiciliate e il luogo approvato.
  • e) Lettere di istruzioni, lettere di incarico e mandati per l’espletamento delle operazioni doganali.
  • f) Il sistema ECS: ovvero il sistema di emissione della bolletta doganale e chiusura dell’operazione.
  • g) I regimi doganali: esportazione, immissione in libera pratica (l’importazione non esiste come regime, è la somma di immissione in libera pratica e immissione al consumo), regimi speciali.
  • h) Procedure specifiche per ottenimento di particolari regimi speciali.
  • i) La temporanea esportazione: cos’è e differenza con carnet ATA e perfezionamento.
  • j) Rischio e valutazione del rischio doganale.
  • k) Le garanzie doganali.
  • l) La prescrizione doganale: modifiche normative e insidie.
  • m) I controlli doganali: CA (controllo automatizzato), CD (controllo documentale), VM (visita merci); ENS (dichiarazione sommaria di entrata), EXS (dichiarazione sommaria di uscita).
  • n) I 4 elementi dell’accertamento: quantità, qualità, origine, valore.
  • o) Quantità e il problema del contrabbando in caso di errori: contrabbando semplice e aggravato.
  • p) Qualità: ovvero il codice doganale. Sistema armonizzato, nomenclatura combinata, TARIC, come scegliere il codice corretto e norme di interpretazione, istanza per certificare la correttezza del codice (ITV), misure legate al codice doganale (DUAL-USE, Cites, etc. e dichiarazione di libera esportazione).
  • q) Origine: origine non preferenziale (made in), origine preferenziale, certificati di origine non preferenziale e preferenziale, dichiarazione su fattura, dichiarazione del fornitore, esportatore autorizzato, REX, certificazione correttezza dell’origine (IVO), origine dei ricambi spediti con il macchinario e successivamente, sanzioni sull’origine.
  • r) Valore doganale: il valore doganale non coincide con il valore di fattura.
  • s) Come si calcolano le basi imponibili di dazio e Iva.
  • t) Le sanzioni all’import: casi pratici e sentenze.
  • u) Le sanzioni doganali: casi pratici e sanzioni.
  • v) Gestione contenzioso doganale: procedura e iter burocratico per opposizioni, ricorsi in corte tributaria.
  • w) La lettura della bolletta doganale: un sistema di codici e tecnicismi di non immediata comprensione.
  • x)  L’Operatore Economico Autorizzato – AEO: cos’è, che vantaggi da all’azienda, presupposti per essere autorizzati, perché per le aziende che vendono nei mercati esteri diventa ogni anno sempre più necessario.
  • y) FALSTAFF: protezione doganale internazionale di marchi e brevetti.

 

7) La bolletta doganale e il sistema ECS

Perché? Nelle formalità doganali import ed export esistono una serie di adempimenti a carico dell’azienda. Di chi è la responsabilità per i dati dichiarati in dogana: dell’azienda, dello spedizioniere, del vettore? Quali dati devo necessariamente dichiarare oltre al valore della merce? Il valore dichiarato coincide con il valore dei beni riportato in fattura? Quali sono gli uffici doganali (ufficio di esportazione di uscita e di importazione) coinvolti nell’operazione? Che significato hanno i codici riportati sul documento?

  • Cos’è la dogana.
  • Il dichiarante e la responsabilità diretta e indiretta.
  • Cos’è il DAE e come funziona il sistema ECS, ICS.
  • Come si legge la bolletta: i codici utilizzati.
  • La prova dell’uscita delle merci ai fini Iva.
  • L’MRN e la verifica dell’uscita delle merci.

 

8) L'accertamento doganale

Perché? Quando esporto o importo dei beni, quali sono gli elementi che la dogana verifica? Quali sono le verifiche che compie? In base ad errori / omissioni riconducibili a questi 4 parametri, l’Agenzia delle Dogane emette la quasi totalità delle sanzioni.

  • La quantità.
  • Il valore (elementi di valore, condizioni di consegna, moneta ed importo, cambio doganale, valore statistico).
  • La qualità (sistema armonizzato, nomenclature combinate, TDC, TARIC, CADD, ITV, certificati specifici per tipologia di prodotto).
  • L’origine (non preferenziale, preferenziale, i certificati d’origine non preferenziale e preferenziale).
  • I controlli: il canale verde CA (Controllo automatizzato); il canale giallo CD (controllo documentale); il canale rosso VM (visita merci) e il controllo scanner.
  • Ravvedimento su istanza di parte.

 

9) L'origine delle merci

Perché? E’ uno dei 4 elementi dell’accertamento doganale, su cui l’Agenzia delle Dogane sta concentrando da tempo le verifiche. Allo stesso tempo, anche a causa del continuo incremento del volume degli scambi internazionali, stabilire l’origine delle merci è diventato sempre più complesso.

  • Origine preferenziale e origine non preferenziale.
  • Il certificato di origine non preferenziale.
  • Il certificato ATR e i certificati di origine preferenziale (EUR 1, EurMed); gli organi di rilascio.
  • La dichiarazione su fattura.
  • Gli accordi sull’origine non preferenziale.
  • I cumuli.
  • Le lavorazioni sostanziali e sufficienti.
  • La dichiarazione di lungo periodo.
  • Le IVO.
  • L’origine delle merci ed il “made in”.
  • L’esportatore autorizzato.
  • Sistema REX.

 

10) Lo status di esportatore autorizzato

Perché? Si tratta di un’istanza che permette alle aziende esportatrici di dichiarare direttamente in fattura l’origine preferenziale delle merci anche per importi superiori ai 6000,00 euro. Questo permette all’azienda di risparmiare tempo e denaro. Inoltre con l'eliminazione della pre-vidimazione degli EUR 1, per le aziende esportatrici prive di tale status, ci sarà un inevitabile allungamento dei tempi per l'ottenimento dei certificati in oggetto.

  • La problematica dell'origine non preferenziale dei beni.
  • La dichiarazione su fattura.
  • Raccolta delle dichiarazioni dei fornitori e rispetto delle regole di origine preferenziale.
  • L'emissione delle dichiarazioni del fornitore rilasciate ai propri clienti.
  • La necessità per l'ottenimento dello status di avere competenze e un sistema organizzativo.
  • Iter certificativo e requisiti per l’ottenimento.
  • Modalità di utilizzo.

 

11) Il valore in dogana

Perché? E’ uno degli aspetti più sanzionati dalle dogane in fase di verifica. Il valore dichiarato in dogana non coincide nella maggior parte dei casi con il valore delle merci riportato in fattura, in quanto segue regole particolari. Molte volte le sanzioni relative al valore dichiarato dalle aziende, non derivano da truffe ai danni dell’erario, ma da errori di calcolo / interpretazione della normativa di riferimento.

  • Il cambio doganale.
  • La moneta di transazione.
  • Gli elementi di valore: termine di resa e assicurazione.
  • Il valore statistico e la base imponibile del dazio.
  • La base imponibile dell’Iva.
  • Le royalties, le commissioni di vendita e acquisto e i lavori di progettazione e ingegneria.

 

12) Il DUAL USE, CITES E Beni culturali

Perché? Nella casella 44 della bolletta doganale, vengono riportati i riferimenti codificati dei documenti che accompagnano la merce. Tra questi, i riferimenti all’appartenenza o meno dei prodotti alla tipologia Dual use, Cites, ecc. Molti prodotti (più di quanto si possa pensare) rientrano in questi casi, anche se non necessitano di licenze. Quindi dovranno essere riportati i codici che evidenziano l’esonero dall’obbligo di licenza. Se mancano, viene in automatico bloccato lo svincolo delle merci. Vale la pena ricordare che le sanzioni sono non solo di tipo pecuniario, ma anche a carattere penale.

  • Il Dual Use - Nuovo Regolamento (UE) n.2021/821 .
  • Operatività necessaria a verificare se un prodotto è Dual Use.
  • Convenzione di Washington - CITES.
  • Le merci che richiedono una licenza di esportazione di Beni culturali.
  • Embarghi e restrizioni.

 

13) Le sanzioni

Perché? Le sanzioni sono un imprevisto che può causare gravi danni alle aziende che operano nei mercati internazionali. Spesso in caso di sanzione l’operazione diventa antieconomica, nascono contestazioni, i clienti sono insoddisfatti a causa dei ritardi di consegna e, aspetto da non trascurare, l’azienda viene inserita in una black-list, la cui conseguenza sarà quella di subire maggiori controlli in futuro. Non va trascurato, inoltre, il fatto che le sanzioni nel diritto doganale non sono solamente di tipo pecuniario, ma anche di tipo penale, fino alla reclusione del legale rappresentante.

  • L’accertamento doganale: qualità, quantità, valore e origine.
  • L’art. 303 del TULD.
  • L’evasione Iva.
  • Il penale e la falsa dichiarazione d’origine.
  • La fallace indicazione d’origine.
  • Il Dual use.
  • La responsabilità del committente e del caricatore nel trasporto internazionale.

 

14) L'autorizzazione AEO

Perché? E’ una certificazione doganale comunitaria di affidabilità rilasciata alle aziende esportatrici dall’Agenzia delle Dogane. È riconosciuta da tutti i 27 paesi membri UE e dai principali partners commerciali extra UE. Tra i vantaggi riconosciuti all’azienda certificata: diminuzione dei controlli (fino al 90%), maggiore velocità nel passaggio doganale delle merci (diritto di precedenza sulle aziende non certificate), esonero dal prestare la fideiussione nei depositi Iva, in caso di controllo merci scelta del sito in cui avverrà il controllo e, in generale, una diminuzione dei tempi e dei costi.

  • Cos’è l'autorizzazione AEO.
  • Quali sono i vantaggi dell'autorizzazione.
  • Requisiti richiesti per l’ottenimento della autorizzazione.
  • Iter per l'ottenimento dell'autorizzazione.
  • Auto-monitoraggio e mantenimento dell'autorizzazione.

 

15) Perfezionamento attivo e passivo

Perché? Il perfezionamento passivo è un regime doganale che vede le merci comunitarie temporaneamente esportate fuori dal territorio comunitario, dove subiscono delle lavorazioni, riparazioni, messa a punto, per poi essere reimportate, senza perdere lo status di merce comunitaria, ma adempiendo al pagamento dei diritti di confine e dell’IVA, calcolati solo sulla differenza tra il valore doganale determinato prima della lavorazione ed il valore doganale determinato al momento della reintroduzione dei beni trasformati. Il perfezionamento attivo, invece, riguarda merci extracomunitarie che vengono introdotte nel territorio doganale comunitario per subire delle lavorazioni ed essere successivamente esportate.

  • Nozione.
  • Autorizzazione.
  • Funzionamento del regime.
  • Vantaggi del regime.
  • L’esportazione temporanea e l’importazione temporanea.
  • Riferimenti normativi.
  • Reverse charge.

 

16) I depositi Iva

Perché? Si tratta di uno strumento utilissimo alle aziende importatrici, per avere una migliore gestione dell’Iva. Permette di importare materie prime o semilavorati senza il pagamento immediato dell’Iva (come avviene in una normale importazione), introducendo i beni nel deposito, in sospensione dell’imposta. In base alle necessità dell’azienda, tali beni verranno estratti, versando solamente l’Iva relativa alla quantità di prodotto estratta.

  • Cos’è il deposito Iva e i relativi vantaggi.
  • Il deposito Iva e le diversità rispetto al deposito fiscale e al deposito doganale.
  • Operatività relativa al deposito Iva.

 

17) FALSTAFF e la tutela della proprietà industriale

Perché? Un grande costo relativo alle vendite nei mercati esteri deriva dalla tutela relativa alla proprietà industriale. A volte per ragioni economiche, soprattutto le PMI, evitano di registrare il proprio marchio o brevetto, nei mercati esteri in cui vengono immessi al consumo i propri prodotti. Il progetto Falstaff è una procedura di tipo doganale che permette di tutelare i propri prodotti dalla contraffazione di concorrenti scorretti, agendo direttamente per mezzo del brocco dei beni contraffatti da parte dell’autorità doganale.

  • Il Reg.UE n.608/2013: l'istanza di tutela doganale.
  • Cos’è il progetto Falstaff.
  • Cosa tutela e cosa non tutela.
  • Quali vantaggi garantisce.
  • Iter per depositare l’istanza in dogana: istanza nazionale e comunitaria.
 
 
e) Editoria
  • Monografie e articoli per case editrici specializzate in tecnica degli scambi internazionali e internazionalizzazione delle aziende.
     
  • Articoli on line per siti web specializzati in problematiche estero.